Lo scorso 16 luglio a Milano si è tenuta l’Assemblea di Federazione Moda Italia, alla quale in rappresentanza degli operatori ed Associati Confcommercio di Mantova ha partecipato la presidente di FederModaMantova Carmen Zapparoli. “Dopo la relazione del nostro Presidente Renato Borghi – racconta la Zapparoli – la discussione si è concentrata e sviluppata principalmente su quelle tematiche care ai nostri imprenditori a partire dall’impegno per un tentativo di modifica del rapporto tra produzione e distribuzione per passare alla manutenzione degli studi di settore, con la presentazione di un nuovo quaderno sindacale della Federazione contenente tra l’altro tre casi concreti, tre simulazioni, a testimonianza della bontà del nostro operato; il riconoscimento – grazie alla nostra azione su SOSE – dell’impatto degli Outlet sui negozi di tessile abbigliamento calzature situati ad una distanza inferiore a 90 km di percorrenza in auto, negli studi di settore. In proposito, è emersa la necessità di evidenziare alla SOSE anche l’impatto causato da outlet oltre confine; alle azioni sindacali contro le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive con il parere commissionato dalla Confcommercio a Valerio Onida, Professore emerito della Corte Costituzionale che ha riconosciuto fondate le posizioni di contrasto alla normativa portate dalla Confederazione; alla normativa sul limite del contante; alle posizioni di contrasto ai provvedimenti fiscali del Governo come l’aumento dell’IVA”; alla realizzazione di un progetto ad hoc sul credito del settore moda, con la previsione di una linea di intervento per il pagamento anticipato al fornitore con garanzia prestata dal Confidi; alla proposta di legge sugli outlet ed alla regolamentazione per i temporary shop; alla lotta all’abusivismo ed alla contraffazione; alla protezione del “Made in Italy” ed all’etichettatura dei prodotti tessili a seguito dell’introduzione del Regolamento 1007/2011 con i relativi problemi d’interpretazione e le proposte della Federazione volte a far venir meno le responsabilità degli esercenti; alla necessità di una formazione mirata e di qualità; alla riforma del mercato del lavoro”.