Chiusura raffineria Ies, ecco il commento di Confcommercio Mantova

07/10/2013

Chiusura raffineria Ies, ecco il commento di Confcommercio Mantova

“E’ con profonda preoccupazione e sgomento che abbiamo appreso della decisione della multinazionale ungherese Mol di trasformare entro la fine dell’anno la raffineria di Strada Cipata in deposito di carburante. Il nostro sistema economico perderebbe in un solo anno, dopo la chiusura dello stabilimento Burgo verificatasi a febbraio 2013, due pilastri del tessuto industriale mantovano”. Questo il commento di Ercole Montanari, presidente di Confcommercio Mantova. “E’ da qualche mese che voci di corridoio preannunciavano la chiusura della raffineria, e preoccupa vedere che, così come accadde per la Burgo, si alzi l’attenzione a fatti già avvenuti, quando c’è ben poco da fare se non prendere atto del disastro. Preoccupa perché una bella fetta dell’industria se ne va, l’occupazione svanisce e, oltre al danno, non vorremmo si rischiasse la beffa correlata alle attività di bonifica che non sono più rinviabili” aggiunge Montanari. Rimanendo sul fronte occupazionale, ecco il commento del direttore Nicola Dal Dosso: “I danni derivanti dalla riconversione della raffineria in mero sito di stoccaggio sono devastanti: 350 dipendenti in esubero e 400 addetti all’indotto che perderebbero il posto di lavoro. In totale, 750 famiglie saranno private di una importante fonte di reddito. Stimiamo che verranno meno 13 milioni di euro di redditi netti da lavoro dipendente e da indotto che si rifletteranno sull’intera economia mantovana colpendo inevitabilmente i consumi. Per quanto riguarda il nostro punto di vista, ovvero quello di un’associazione che tutela le imprese dei servizi, possiamo affermare che senza industria non c’è terziario, senza la locomotiva delle fabbriche, anche i vagoni dell’economia dei servizi segnano una battuta d’arresto. Forte è la nostra preoccupazione per l’impatto che la riconversione dello stabilimento Ies avrà su particolari settori, in particolare sulle imprese del terziario e dei trasporti che gravitano attorno alla raffineria. Non da ultimo ci preoccupa la questione ambientale: si rischia che venga meno un attore importantissimo negli interventi di bonifica del polo chimico. Occupazione e tenuta del tessuto sociale, economia, ambiente, benessere del territorio. Ecco la posta in gioco”.

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