Come noto, il Governo ha approvato ad agosto un emendamento al Decreto del Fare che permette alle aziende agricole di somministrare e vendere al pubblico non solo i propri prodotti, ma anche merci non di propria produzione. Senza che però ciò comporti il rispetto delle regole e degli obblighi degli altri operatori commerciali e in deroga a qualsiasi norma relativa alla destinazione urbanistica della zona e alla destinazione d’uso dei locali in cui viene svolto. “In sostanza – è il commento di Domenico Latartara, presidente di Fida Mantova, la federazione che rappresenta gli alimentaristi di Confcommercio – questo provvedimento equipara gli agricoltori ai commercianti di alimentari o ai pubblici esercenti, riservando però ai primi un regime di favore. E’ un trattamento a due pesi due misure che penalizza fortemente intere categorie: non solo i dettaglianti di alimentari, come ortofrutta, macellerie, salumerie, gastronomie, ma anche i pubblici esercizi. Si tratta di comparti che, dall’inizio della crisi e a causa della contrazione dei consumi, hanno registrato un calo delle vendite, nei casi più fortunati, del 15-20% e che devono fare i conti con leggi che favoriscono una concorrenza sleale, senza che ciò comporti benefici ai consumatori. Chiediamo al Parlamento di sanare questa forzatura voluta da alcune lobby, a danno di migliaia di imprenditori e di lavoratori loro dipendenti. Altrimenti la conseguenza naturale sarà la chiusura di numerosi negozi, pressati da tasse, burocrazia, crisi e leggi profondamente inique e vergognose”.
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