Dl rilancio, Montanari: serve liquidità vera e meno burocrazia. E' una crisi epocale

14/05/2020

Stiamo vivendo una crisi di portata epocale e i provvedimenti contenuti nel Decreto Rilancio, pur con qualche spunto apprezzabile, non sono sufficienti a fronteggiarla: centinaia di imprese mantovane, soprattutto nel terziario di mercato e nel turismo, sono a rischio default”. 

Ercole Montanari, presidente di Confcommercio Mantova, commenta così le misure per la ripartenza dell’economia approvate ieri dal Consiglio dei Ministri.

“Serve più liquidità vera, servono risorse a fondo perduto con contributi per la filiera del turismo e della ristorazione e per i negozi che devono riaprire e sono ancora in attesa di sapere come potranno farlo. Imprenditori del terziario di mercato e artigiani hanno bisogno subito dei contributi a fondo perduto senza pastoie burocratiche, per scongiurare chiusure in serie che oltre ad avere effetti catastrofici sull’economia e sull’occupazione, potrebbero generare un boom di lavoro nero”.

“Serve, inoltre, più tempo per le scadenze fiscali”, incalza il presidente di Confcommercio . “Quando le attività del commercio, turismo, servizi torneranno ad essere operative, il giro d’affari non supererà mediamente il 40-50% di quello ante-covid: il percorso verso la normalità è lungo, tortuoso e purtroppo incerto e senza sostegni reali e tempestivi non ci sarà futuro per almeno un’azienda su quattro, nell’ipotesi più ottimistica”.  

Prosegue intanto l’azione di Confcommercio, a livello locale, regionale e nazionale, affinché i protocolli e le linee guida che definiranno le modalità di ripartenza siano attuabili e sostenibili, soprattutto nel comparto dei pubblici esercizi:  “E’ inaudito che oggi, 14 maggio, non ci siano ancora regole chiare in vista di riaperture in programma tra 4 giorni. Misure come la paventata distanza di 4 metri a persona nei pubblici esercizi sono semplicemente irricevibili e irrispettose della dignità dei nostri imprenditori. Un eccesso di normazione e misure troppo restrittive rischiano oltretutto di generare sfiducia tra i consumatori e i turisti che speriamo potranno tornare  presto: le aziende commerciali e della ristorazione non sono luoghi potenzialmente pericolosi ma sicuri, gestiti da imprenditori responsabili che hanno dimostrato con i fatti di meritare fiducia”.


 
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