Fipe Confcommercio Mantova, la categoria che rappresenta i pubblici esercizi, interviene in merito al fenomeno degli ‘home restaurant’ (letteralmente, i ristoranti domestici) che è sbarcato anche nella nostra città con il ‘Mantova Home Restaurant Festival’, in programma dal 7 all’11 settembre prossimo.
“Pur comprendendo e non stigmatizzando le buone intenzioni degli organizzatori, dobbiamo però rilevare come di fatto con tale iniziativa debutti anche a Mantova questo fenomeno che vede le case private aprirsi per pranzi, cene o aperitivi dietro il pagamento di un corrispettivo economico, fino a costituire un canale parallelo di somministrazione di alimenti e bevande fuori da ogni regola, e dunque una vera e propria distorsione del mercato – osserva il Direttore di Confcommercio Mantova Nicola Dal Dosso -. Nella vicina Parma, dove è nato l’Home Restaurant Festival, grazie all’azione di Fipe il problema si è posto all’attenzione pubblica con una grande eco mediatica, e anche a livello nazionale la Federazione sta portando avanti un’azione forte: è di gennaio l’audizione alla Camera, dove sono stati presentati quattro disegni di legge in materia. Il punto centrale è che gli home restaurant sono delle vere e proprie attività imprenditoriali che continuano ad operare indisturbate, senza sottostare alle severe regole in materia di igiene, pubblica sicurezza, contributiva e fiscale che invece i pubblici esercizi devono rispettare, e questo nonostante la risoluzione del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 aprile 2015 li riconosca quali attività economiche che devono essere assoggettate a tutti i requisiti previsti per chi esercita attività di somministrazione”.
Tra gli aspetti più critici sottolineati dalla battaglia condotta in tutta Italia da Fipe c’è quello della sicurezza sanitaria: in mancanza di controlli preventivi e di idoneità, l'home restaurant è da considerarsi un luogo a rischio per il cliente. La Federazione ricorda infatti che, in base ai dati dell'Istituto Superiore di Sanità, la maggior parte delle tossinfezioni alimentari denunciate in Italia deriva dall'ambito domestico, con picchi del 70% in riferimento a preparazioni di conserve casalinghe. A questo si aggiunge inoltre la mancanza di una regolamentazione specifica sulla somministrazione e il consumo di bevande alcoliche e il divieto di fumo: dati confermati a più riprese da controlli dei NAS che hanno portato a pesanti sanzioni per home restaurant, in particolare in Abruzzo e Piemonte.
C’è poi l’aspetto contributivo e fiscale, sia per quanto riguarda la posizione previdenziale degli operatori, sia per la certificazione dei corrispettivi con scontrini o ricevute fiscali: azioni che nel complesso generano una totale evasione fiscale e contributiva, danneggiando peraltro i consumatori che spesso si trovano a pagare somme anche più elevati rispetto ai ristoranti tradizionali.
Fipe Confcommercio Mantova ricorda quali i requisiti indispensabili per ogni attività di somministrazione cui attualmente home restaurant non ottemperano grazie all’attuale vuoto normativo:
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