Il 23 ottobre 2012 la Commissione Europea ha definitivamente stralciato la Proposta di Regolamento del 2005 sul “Made in” definendola obsoleta. La resa della Commissione era stata oggetto di una dichiarazione del Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi: «C’è grande delusione per la decisione presa dalla Commissione. A livello settoriale, Made in Italy per gli stranieri significa prevalentemente  moda, alimentare e arredamento ed il settore “Moda e accessori” è al primo posto della speciale classifica, rilevata da KPMG Advisory, dei settori che rappresentano maggiormente il Made in Italy, con il 100% delle indicazioni degli intervistati. Il ritiro della proposta di Regolamento europeo sul “Made in” penalizza non soltanto i produttori europei ma anche i consumatori. È sconcertante l’atteggiamento dell’Europa anche in relazione al dilagare della contraffazione». Il ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, raccogliendo le sollecitazioni pervenute da più parti, ha scritto una lettera contrariata al commissario Ue al Commercio, Karel De Gucht. In una dichiarazione rilasciata a Il Sole 24 Ore, il Vice Presidente della commissione Commercio Internazionale al Parlamento europeo, Cristiana Muscardini – insieme a Gianluca Susta, tra i relatori italiani del regolamento approvato a larga maggioranza dal Parlamento europeo nell’ottobre 2010 – ha affermato: «Il ministro Passera ha mostrato grande determinazione rispetto alle necessità di continuare a battersi per un cambiamento di rotta sul tema del made in. Faccio notare che il passo indietro ancora non è finito in Gazzetta ufficiale. Il prossimo
29 novembre c’è un Consiglio dedicato al commercio e ha fatto bene il ministro a manifestare per lettera stupore e contrarietà molto forte alle autorità di Bruxelles».