Il 19 novembre 2012 si sono tenuti, a Milano, gli Stati Generali della lotta alla contraffazione in cui è stato presentato un piano che per la prima volta riunisce tutti gli attori istituzionali e non nella battaglia per la tutela del made in Italy. È il Piano Nazionale per la Lotta ai falsi che rappresenta il punto di arrivo di una intensa attivita’ di analisi, condotta tra gli altri da 11 Ministeri e 150 Associazioni di categoria, che ha portato all’individuazione delle priorità e delle aree degli interventi, ma anche come spiega il presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione, Daniela Mainini «L’inizio di una grande battaglia del Sistema Italia». Sei le macro-aree di intervento individuate da 13 commissioni tematiche operanti nell’ambito della Cnac – Consiglio Nazionale Anti Contraffazione, nell’ambito delle quali la Confcommercio e Federazione Moda Italia (con particolare riguardo alla Commissione Consultiva Tematica “Moda-tessile-accessori” coordinata dal Vice Presidente di Federazione Moda Italia, Gianni Gravante) hanno prestato un contributo di grande qualità: comunicazione e informazione; enforcement; rafforzamento del presidio territoriale; formazione alle imprese; lotta alla contraffazione via internet e tutela del Made in Italy da fenomeni di usurpazione all’estero. Per il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, la contraffazione è un fenomeno che desta molta preoccupazione perchè rappresenta un danno per l’economia legale e sana, perché nuoce alla competitività delle imprese, perché costituisce un rischio per la salute dei cittadini, perché alimenta la malavita e arricchisce la criminalità organizzata. Perchè genera un mercato illegale, pericoloso e parallelo al di fuori delle regole proprie di uno Stato di diritto che produce: abusivismo, lavoro nero, evasione fiscale, economia sommersa, illegalità diffusa. Per il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, contro la contraffazione e contro chi produce o compra prodotti contraffatti serve una sanzione sociale: «Dobbiamo diffondere la coscienza che dietro i prodotti contraffatti c’è illegalità, sfruttamento, distruzione di posti di lavoro e di risorse pubbliche. Comprare prodotti contraffatti equivale a venderli».
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