Sangalli:pressione fiscale insostenibile per investimenti e consumi

04/12/2012

Sangalli:pressione fiscale insostenibile per investimenti e consumi

In occasione dell’Assemblea di Confcommercio Imprese per l’Italia del 29 novembre 2012, il Presidente Carlo Sangalli ha sottolineato, alla presenza del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che: «Con la partecipazione di Casini, si conclude il nostro ciclo di incontri con le forze politiche che hanno sorretto l’esperienza dell’Esecutivo guidato dal Presidente Monti. Siamo innanzi ad un tornante cruciale della storia europea e della storia della nostra Repubblica. Secondo un’agenda che chiama in causa la responsabilità della politica e delle istituzioni, ma certamente anche delle forze sociali. L’uscita dal tunnel della crisi appare davvero ancora lontana. Serve un’agenda che faccia anzitutto tesoro del recente richiamo del presidente della Banca europea, Mario Draghi, sulla forma “ideale” delle politiche di consolidamento fiscale. Servono politiche di riduzione del deficit e del debito sviluppate all’insegna delle riduzioni di spesa corrente e non già di aumenti di tasse, proprio allo scopo di contenerne l’impatto sul prodotto interno. Bisogna attivare al più presto il principio di destinare almeno una quota rilevante delle risorse derivanti dal recupero di evasione ed elusione alla riduzione della pressione fiscale a carico dei contribuenti in regola. Una pressione giunta ormai al livello record del 55% circa e che costituisce, dunque, un’insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi. Occorre insomma una prospettiva realistica di riduzione netta della pressione fiscale complessiva. Dunque anzitutto per questo non ci aveva convinto lo scambio tra più Iva e meno Irpef, inizialmente proposto con il varo del disegno di Legge di Stabilità. Sul fronte dell’Iva è rimasta aperta la prospettiva dell’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: si è fatto un passo avanti, ma ancora non ci siamo perché l’aggravio dell’aliquota ordinaria colpirà, con un ulteriore onere fiscale complessivamente ben superiore ai 4 miliardi di euro, una larghissima fascia di prodotti e servizi. Per questo chiediamo venga fatto di tutto per archiviare definitivamente l’ipotesi di un nuovo aggravio dell’aliquota Iva ordinaria».

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