Riaperture, Confcommercio: “Sul coprifuoco serviva più coraggio. Lombardia in zona bianca al più presto”.

Per gli imprenditori si intravede la luce in fondo al tunnel della pandemia. Delusione e rabbia tra gli operatori dell'intrattenimento

19/05/2021

Porto Mantovano, 18 maggio 2021  – In attesa di conoscere i contenuti del Decreto Sostegni bis, che sarà licenziato a breve, intere categorie economiche tirano un sospiro di sollievo e si preparano, tra mille difficoltà e con una pesante eredità sulle spalle, a ripartire. 

All’indomani dell’approvazione del nuovo decreto legge sulle riaperture, gli imprenditori di Confcommercio Mantova commentano la road map che scandisce le prossime tappe verso la normalità.

Partiamo dal settore della ristorazione: “Bene l’allentamento delle misure restrittive - commenta Giampietro Ferri, presidente di Fipe-Confcommercio Mantova – sebbene sul tema del coprifuoco ci saremmo aspettati dal Governo più coraggio. Inoltre, con il cambio dei parametri del monitoraggio con il quale vengono stabiliti i colori delle Regioni, confidiamo che la Lombardia possa diventare al più presto zona bianca, dove le uniche restrizioni in vigore sono l’utilizzo della mascherina e sanificazione delle mani, distanziamento e divieto di assembramento. Sul fronte della ristorazione, in Lombardia, con il solo spostamento del coprifuoco alle 23, il recupero è quantificabile in 40 milioni di euro. Con la somministrazione al chiuso, consentita dal 1° giugno, si salirà a 216 milioni di euro in un mese; quando il coprifuoco slitterà alle 24 il recupero complessivo sarà di 365 milioni di euro. In queste settimane abbiamo lavorato sottotono, complice il meteo sfavorevole e il limite orario delle 22 che di certo non incentiva le persone ad uscire a cena.. L’abolizione del coprifuoco, prevista per il 21 giugno, sarà la vera svolta per il nostro settore, ma è anche condizione essenziale per la ripresa del turismo: proprio in queste settimane si registrano infatti le prenotazioni per i prossimi mesi”.

Altro capitolo, quello dei centri commerciali che dal 22 maggio potranno tornare ad accogliere i clienti il sabato e la domenica: “non aspettavamo altro – dichiara Giampaolo Tellini, titolare di tre negozi al Gigante Quattroventi  - nei fine settimana si concentra fino al 40% del nostro fatturato, l’ultimo weekend in cui abbiamo aperto risale ad ottobre. Le perdite sono ingenti, e irrecuperabili. Ora il timore è che le persone, dopo tanto tempo, si siano disabituate a frequentare gallerie e centri commerciali il sabato e la domenica, ma siamo fiduciosi”. 

Per quanto riguarda il settore wedding, al palo da oltre un anno, si guarda al 15 giugno, data che decreta il via libera a matrimoni e feste con green pass, con fiducia ma al contempo con grande amarezza: “il 2020 è stato l’annus horribilis tra annullamenti di eventi, problema di gestione e restituzione delle caparre, riorganizzazione delle date che spesso si accavallavano, insomma è stato il caos totale in un clima di incertezza e disposizioni confuse – afferma Giorgia Caramanti, esperta di wedding - ancora un volta il governo ha dimostrato scarsa attenzione e conoscenza verso il mondo dei matrimoni perché far ripartire il settore dalla metà di giugno significa aver perso il lavoro di marzo, aprile e maggio e quindi un altro anno zoppo per un settore già in crisi profonda. Molte aziende hanno chiuso o hanno in programma di chiudere i battenti, e per altrettante il rischio incombe. Complice il fatto che la lista degli invitati ad un matrimonio si conosce con mesi di anticipo, attraverso il sistema del green pass, si sarebbe potuto far ripartire molto prima l’intera filiera”.

Grande delusione si registra invece tra gli operatori del settore dell’intrattenimento: “ancora una volta siamo stati dimenticati e non abbiamo neppure una data all’orizzonte per poter riaprire – interviene Carmen Venerandi, alla guida di Silb Confcommercio Mantova, sigla che rappresenta i locali da ballo – ormai siamo rimasti gli ultimi, dopo ben quindici mesi di chiusura ad eccezione di una breve parentesi estiva con possibilità di lavorare solo all’aperto. Una categoria ignorata e bistrattata, con aziende al collasso, imprenditori che hanno subito pignoramenti, migliaia di dipendenti in cassa integrazione costretti a cercarsi un’altra occupazione. Perfino circoli, congressi, fiere e matrimoni potranno ripartire a breve. Un trattamento ingiusto verso un settore, il nostro, che muove un importante indotto. Con i protocolli di sicurezza e le attenzioni che abbiamo sempre avuto, potremmo riaprire in totale sicurezza. Se solo il Governo ci desse questa possibilità”.
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