Gli agenti biologici sono presenti in ogni ambiente di lavoro: asili nido, uffici, scuole, cantine vinicole, laboratori di panificazione e macellazione. Una pubblicazione dell’Inail presenta i rischi e le indicazioni sulle misure di prevenzione e protezione.
Quali condizioni favoriscono lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici? Sono diversi i fattori che possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie utilizzate, il contatto con fluidi biologici umani o animali potenzialmente infetti, la presenza di polvere, la scarsa igiene, il cattivo funzionamento e la manutenzione degli impianti aeraulici, la presenza ed il numero di occupanti, il microclima, ecc.
In quali ambienti è presente il rischio biologico? Il rischio biologico è trasversale e presente tanto in attività lavorative in cui “tradizionalmente” è riconosciuta la presenza di agenti biologici quali allevamenti o macelli, quanto in attività caratterizzate sempre più spesso da rischi “emergenti” quali gli aeroporti e il trasporto aereo, o attività frutto della moda degli ultimi anni, come i centri che effettuano piercing e tatuaggi. A ciò va sicuramente aggiunto anche quel mondo professionale, in crescita esponenziale negli ultimi anni, che riguarda l’assistenza familiare ad anziani, disabili e malati.
Qual è il rischio biologico nei laboratori di panificazione? Le fonti di pericolo biologico per i laboratori di panificazione sono principalmente le materie prime (cereali e farine), rifiuti organici, tessuti, artropodi (acari, insetti infestanti). I punti critici sono l’impasto, la formatura, la farcitura, mentre gli effetti sulla salute sono le infe-zioni delle vie respiratorie e cutanee (micosi cutanee), allergie a carico dell’apparato respiratorio e della cute, principalmente delle mani e degli arti superiori.
Qual è il rischio biologico negli uffici? Ricordando le fonti di pericolo biologico (materiale documenta-le, arredi, tendaggi, polvere, impianti di climatizzazione) e le vie di esposizione (inalazione di bioaerosol, contatto con superfici od oggetti contaminati), possiamo considerare necessarie le seguenti misure di prevenzione e protezione per gli uffici: - “formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche; - adeguate procedure di pulizia degli ambienti, riduzione polvere; - microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria); - adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici; - monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici e della polvere”.
Qual è il rischio biologico negli asili nido? Queste le fonti di pericolo biologico negli asili nido e scuole dell’infanzia: - contatto con bambini in età prescolare (pannolini dei bambini, feci, fluidi biologici); - impianti aeraulici e idrici in cattivo stato di manutenzione; - arredi e tendaggi; - polvere.
Le vie di esposizione sono: - inalazione di bioaerosol; - contatto con superfici o oggetti con-taminati; - contatto con soggetti potenzialmente infetti.
Rimandando i lettori alla lettura diretta delle schede in merito all’elenco degli agenti biologici potenzialmente presenti in questi ambienti e l’elenco dei possibili effetti sulla salute, passiamo direttamente ad alcuni consigli in merito alla prevenzione e protezione: - “formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche; - igiene delle mani, soprattutto dopo avere cambiato indumenti e pannolini ai bambini; - adeguate procedure di pulizia degli ambienti; - microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria); - adeguata manutenzione degli im-pianti aeraulici e idrici; - monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici e della polvere; - sorveglianza sanitaria (soprattutto soggetti sensibilizzati e/o allergici); - periodiche ispezioni delle possibili infestazioni ectoparassitarie dei bam-bini (pediculosi); - profilassi vaccinale (se disponibile).
Le schede contenute nella pubblicazione dell’Inail forniscono indicazioni sulle principali fonti di pericolo, le modalità di esposizione, gli effetti sulla salute, le specifiche misure di prevenzione e protezione. Sono inoltre riportate alcune indicazioni tecniche per lo svolgimento del monitoraggio ambientale, rimandando per eventuali approfondimenti e analisi di dettaglio alle apposite linee guida o ai vari riferimenti bibliografici e normativi. Oltre alle specifiche schede dedicate agli ambienti di lavoro, sono stati redatti un piccolo glossario per chiarire alcuni termini specialistici ivi utilizzati, e una tabella riportante un breve elenco di agenti biologici potenzialmente presenti negli ambienti oggetto dello studio, con le principali patologie da essi causate. Il protagonista di queste schede è “BioRisk”, “l’agente biologico” che veste di volta in volta gli indumenti di lavoro dei diversi comparti e interessa vari punti critici del ciclo produttivo, ossia dove è maggiore la probabilità di esposizione ad agenti biologici. La sua presenza indica come gli agenti biologici siano presenti in tutti gli ambienti di vita e di lavoro; ciò che cambia è la concentrazione e la tipologia che può includere anche eventuali patogeni o patogeni opportunisti per l’uomo.
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