Caso supermercato Esselunga, Confcommercio ribadisce il proprio no

08/01/2014

Caso supermercato Esselunga, Confcommercio ribadisce il proprio no

Il direttore di Confcommercio Mantova, Nicola Dal Dosso, torna sul caso del supermercato del gruppo Esselunga, che dovrebbe sorgere a pochi passi da Palazzo Te.  “Abbiamo manifestato più volte sul Suo giornale la nostra opinione – fortemente contraria – al riguardo, ma, poiché si tratta di un tema di strettissima attualità e di grande importanza per il futuro del comparto commerciale cittadino, dei nostri imprenditori per dirla diversamente, e della città capoluogo più in generale, troviamo opportuno ribadire la nostra posizione. Siamo stati accusati di non volere la libera concorrenza, di mettere i paletti per rallentare e limitare il libero mercato, che è spina dorsale, pilastro della nostra economia capitalistica. Proprio qui si confondono i termini del ragionamento. Noi siamo fortemente contrari al nuovo insediamento commerciale di 2500 metri quadrati del patron Caprotti perché la nostra città e il suo hinterland hanno già raggiunto un preoccuopante livello di saturazione in tale ambito. Occorre semmai garantire il pluralismo distributivo sia in termini dimensionali, favorendo un sano equilibrio tra grandi, medie strutture di vendita e negozi di vicinato, sia dal punto di vista del mix merceologico. Proprio parlando di pluralismo dimensionale, evidenziamo come il territorio del comune di Mantova mostri uno squilibrio preoccupante (dati alla mano) verso la media e grande distribuzione e una saturazione dal punto di vista dell’offerta commerciale alimentare, anche alla luce della costante contrazione dei consumi che caratterizza l’attuale congiuntura economica. Anche Regione Lombardia, con l’adozione della moratoria che ha bloccato fino a dicembre nuove autorizzazioni per ulteriori insediamenti commerciali di grandi dimensioni, ha finalmente preso coscienza della necessità di stabilire corretti equilibri per evitare che in un momento così pesante di crisi economica nuove aperture portino alla cessazione di attività, siano esse di piccole,medie o grandi dimensioni, che sono radicate ed investono sul territorio da anni. Aggiungiamo che è assolutamente evidente come il ragionamento che vuole giustificare il nuovo supermercato con il beneficio che otterrà la situazione viabilistica di Porta Cerese sia viziato alla base. Un’amministrazione pubblica non può giustificare la realizzazione di un’opera di natura privata, anche se essa rispetta tutti i vincoli urbanistici previsti dalla normativa, perché in questo modo si illude di risolvere a costo zero annosi problemi di traffico e di viabilità.  In questo modo si rischia infatti di abbassarsi ad un compromesso che non gioverà né alla cittadinanza (che più volte ha mostrato parere contrario) né agli imprenditori locali, né alla città nel suo complesso.  Sicuramente l’area circostante al vecchio Palasport va riqualificata da molti punti di vista (viabilistico, urbanistico, estetico) ma questo non deve avvenire pagando il caro prezzo di un ennesimo insediamento commerciale.  Cosa pubblica e interessi privati, almeno in questo caso, seguono linee divergenti”.

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