L’obbligo per i Comuni di dotarsi di un regolamento sulle fiere, un riconoscimento per le sagre storiche, maggiori controlli per le manifestazioni in cui si somministrano alimenti e bevande: sono alcune delle misure richieste da FIPE, l’associazione dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, e che potrebbero presto essere recepite dalla normativa regionale in materia.
Nei giorni scorsi infatti la IV Commissione Attività produttive del Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la risoluzione che impegna la Giunta a prevedere norme più stringenti in materia di sagre e fiere. “Siamo molto soddisfatti perché sono state accolte le nostre istanze per porre un freno al proliferare delle manifestazioni che non hanno nulla di storico o benefico, ma che vengono improvvisate solo per fare cassa – sottolinea il Presidente di Fipe Confcommercio Mantova Giampietro Ferri -. Un problema molto sentito nel Mantovano, che con 140 manifestazioni ufficiali censite contro, ad esempio, le 175 dell’intera Milano, è una delle province in cui questo fenomeno è più diffuso, con grave danno per le imprese che subiscono una concorrenza sleale. Ora finalmente la Regione ha preso atto del problema e ha accolto le nostre proposte, prevedendo anche un coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli operatori commerciali nella progettazione e programmazione di sagre e fiere. Che sono le benvenute, a patto che abbiano realmente come obiettivo la valorizzazione del territorio”. “La stessa risoluzione – aggiunge Ferri – ribadisce che sagre, feste e fiere devono rappresentare un’occasione di aggregazione e socialità e non un modo surrettizio per svolgere attività commerciale, peraltro senza adempiere agli obblighi previsti dalla legge per il commercio e mettendo così in atto una concorrenza sleale. L’intenzione del legislatore è quella di favorire le sagre con prevalente finalità di valorizzazione dei prodotti tipici del territorio anziché meramente commerciali e di lucro, e tutte quelle feste, fiere e manifestazioni con scopi aggregativi nelle quali la somministrazione di cibi e bevande ha carattere accessorio e non certo esclusivo”.
Molte le novità introdotte dal testo, a partire dall’obbligo per i Comuni di dotarsi di un regolamento comunale che favorisca le manifestazioni con evidenti finalità di promozione del territorio, dei prodotti tipici, della cultura locale e che preveda una calendarizzazione annuale degli eventi in collaborazione con le associazioni di categoria.
“Questo è un risultato particolarmente importante – aggiunge Ferri -, assieme al coinvolgimento degli operatori commerciali e delle attività presenti sul territorio all’interno delle manifestazioni: un punto, quest’ultimo, che in alcuni Paesi europei è una abitudine consolidata. Bene anche l’intenzione di limitare l’organizzazione di iniziative al di fuori della calendarizzazione per consentire agli operatori commerciali di programmare le proprie attività”.
Il testo della risoluzione prevede anche un congruo anticipo per la presentazione delle domande ai Comuni per rendere possibili i controlli sotto il profilo igienico-sanitario e della sicurezza, e sanzioni per chi non rispetta la normativa.
I Comuni avranno anche la possibilità di chiedere un intervallo minimo tra le manifestazioni, vietare la somministrazione temporanea per motivi imperativi di interesse generale e prevedere, nelle zone sottoposte a tutela, un regime autorizzatorio per le zone sottoposte a tutela, alla stregua dei pubblici esercizi.
La risoluzione introduce anche un registro comunale delle manifestazioni e la necessità di individuare i criteri per riconoscere le sagre “storiche”.
Ora il testo approvato dalla Commissione approderà in Consiglio Regionale a febbraio, per poi impegnare la Giunta ad una apposita modifica di legge entro sei mesi.